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Non lasciarmi (Never let me go)

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Non lasciarmi (Never let me go)    Empty Non lasciarmi (Never let me go)

Message  idaM Dim 3 Mar - 0:39


Assistendo in maniera devo dire passiva a una conversazione in lingua francese su Zoom nella quale si è parlato di sfuggita del tema della clonazione umana, tuttavia la mia mente è andata spontaneamente a un film visto qualche anno fa durante Parolario, un evento culturale annuale che si teneva a Como in autunno nella magnifica cornice di una delle Ville più importanti di Como, Villa Olmo, residenza estiva dell’imperatrice Maria Luisa d’Austria.
Il film esce nel 2010 con titolo originale “Never let me go” e italiano “Non lasciarmi” ed è tratto   dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro del 2005  con regista “Mark Romanek”  e attori protagonisti Carey MulliganAndrew Garfield e Keira Knightley.
 
Tre ragazzi Tommy, Kathy e Ruth frequentano il collegio di Hailsham, immerso nella campagna inglese e sono educati dai migliori insegnanti sotto la guida di un tutor, in un clima apparentemente idilliaco e a spese dello stato. Tra i tre nasce una bella amicizia e presto anche una speciale simpatia tra Tom e Kathy, Tom, però, inspiegabilmente, si fidanza con Ruth ma il loro amore è triste e grigio come l’atmosfera pesante e fosca di tutto il film. L’unica nota calda e “umana” si avverte nel ritornello “Darling, hold me and never never never let me go” della canzone di Judy Bridgewater.
Tutto procede nell’apparente normalità fino a quando, terminata la scuola, una doccia fredda gela ai ragazzi ogni speranza di futuro. Viene infatti spiegato che la loro esistenza è frutto di un progetto di clonazione umana, che sono nati in laboratorio per dare i loro organi agli umani malati. Loro saranno adulti ma per poco, non avranno identità né sentimenti e non avranno futuro o meglio il loro futuro è la morte certa. I ragazzi si separano ma continuano a vivere e a sperare, sia pure in un clima di sconsolata e angosciante fatalità.
 
Quando per Ruth arriva il momento della prima donazione il dramma si manifesta in tutta la sua crudeltà. Prima che la ragazza muoia le due ragazze si ritrovano e decidono di andare a trovare Tommy, che pur avendo già fatto due donazioni, sta ancora bene. Sentendo la morte vicina Ruth dà alla ritrovata amica l’indirizzo della misteriosa Madame perché possano chiedere il rinvio delle donazioni e vivere qualche anno in più.  
Dopo la morte di Ruth, Tommy e Kathy decidono di vivere il loro amore, ma presto la loro felicità è turbata perché arriva anche per Tom il momento della terza sua donazione che gli sarà fatale. A nulla è valso il tentativo dei due di far cambiare il loro destino appellandosi a una clausola del progetto che prevedeva l’allungamento della loro vita nel caso in cui si fossero manifestati in loro sentimenti profondi, e così la crudele e spietata legge commerciale e l’egoismo sociale prevalgono sui legami profondi che stavano vivendo i due ragazzi. Tommy dovrà donare il terzo organo e concludere così la sua vita.
 
Il film mi ha molto turbata allora e continua a farlo anche adesso, perché mi pone davanti a inquietanti interrogativi esistenziali.
Qual è il rapporto tra scienza ed etica?
Quali enormi conseguenze avrà il progresso scientifico sulla vita e la condizione umana?  
Riuscirà l’uomo a far prevalere la vita e la sua dignità sull’interesse e lo sviluppo economico?
Sarà possibile fermare le pressioni del potere sull’omologazione e il pensiero unico?
Saranno salvaguardate la libertà, la creatività e l’arte?  
 Potrà sopravvivere l’amicizia, l’amore e la pace tra i popoli?
 
Domande tutte che il film pone e anche il romanzo.
Non è un caso che Kazuo Ishiguro, autore del romanzo, sia nato a Nagasaki, la città distrutta dalla bomba atomica e il paese della clonazione della pecora Dolly.
 
Certamente la scienza e il progresso scientifico e tecnologico non si possono arrestare ed è giusto così, ma fino a che punto può arrivare il progresso senza distruggere l’umanità?
 
“Ai posteri l’ardua sentenza”.
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Dernière édition par idaM le Dim 3 Mar - 17:25, édité 2 fois
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Message  PatrickB Dim 3 Mar - 9:42

"La scienza senza coscienza non è che la rovina dell'anima",

Questa citazione proviene da una lunga ed edificante lettera che Gargantua scrisse al figlio Pantagruel in "La vie très horrifique du grand Gargantua, père de Pantagruel, jadis composée par M. Alcofribas abstracteur de quintessence. Un libro pieno di Pantagruélisme" (1532).

Estratto in francese contemporaneo

« Mais parce que selon les dire du sage Salomon, Sapience n’entre point en âme malveillante, et science sans conscience n’est que ruine de l’âme, il te convient servir, aimer et craindre Dieu, et en lui remettre toutes tes pensées et tout ton espoir ; et par une foi charitable, lui être fidèle, en sorte que jamais tu ne t’en écartes par péché. »
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