Leibniz – Le mal n’existe pas
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Leibniz – Le mal n’existe pas
Davvero interessante il video Leibniz – Le mal n’existe pas, pubblicato sul canale Youtube, “Le Précepteur da Charles Robin, nel 2018, come del resto tutto ciò che riguarda la filosofia, la teologia, la ricerca di sé, della propria essenza, della crescita e della propria consapevolezza, la spiritualità. Io sono convinta che nulla accade per caso e l'ascolto di questo video e le considerazioni così chiaramente esposte (anche per me che non conosco bene il francese) da Charles Robin mi hanno dato conferme in merito al problema del male, una delle questioni più profonde della filosofia e della teologia, attorno al quale ultimamente la mia mente si arrovella e si arrabatta. Da cattolica praticante ho sempre creduto che la mela mangiata da Adamo ed Eva tentati dal demonio abbia dato origine al peccato originale, ossia alla fine dell'alleanza tra Dio e l'uomo, alla separazione dell'uomo da Dio con i tragici effetti su tutta l'umanità. La mela, simbolo della conoscenza del bene e del male, comportò l'uscita dal Paradiso terrestre e l'uscita dallo stato di grazia originario e l'inevitabile e doloroso inizio della Storia, nello spazio e nel tempo. Alla fine dei tempi, quando cielo e terra passeranno e nuovi cieli subentreranno, l’arrivo dal cielo nella gloria del Messia e l’eterno trionfo del bene, della vera pace, dell’armonia e dell’amore. Sì, ci ho sempre creduto, ma il dubbio spesso si è insinuato spingendomi all’approfondimento e alla continua e perseverante ricerca della Verità. Ricerca che ha significato e tuttora significa trovare risposte pratiche e calare la teologia nella storia grande e piccola del mondo, nella vita quotidiana, mia, degli amici e della gente che mi circonda, vicina e lontana. Tante sono state le vie, la letteratura, il confronto tra religioni, ascolto di video e varie conferenze, reali e virtuali, letture filosofiche, psicologiche, spirituali. Queste ultime mi hanno impegnato parecchio e alla fine mi hanno aperto nuovi orizzonti di pensiero, hanno rafforzato il bisogno di integrazione e poi mi hanno confermato la credenza originaria della mia fede. Ebbene la risposta al perché del male, al perché Dio permette il male, alla sua origine, nell’affermazione che Il male non esiste perché il male è un bene limitato, che si giustifica perché relativa ad un livello inferiore di coscienza e non esiste nella prospettiva di un suo livello elevato, che prima non capivo perché non riuscivo a trovare la definizione corretta della morte, della guerra, delle malattie di bambini innocenti, della distruzione, delle catastrofi naturali, che sono reali e sono fonte di tanto dolore e sofferenza, ascoltando il video mi ha folgorata la definizione di male relativo, della sua funzione pedagogica, della sua necessità come prerequisito della conoscenza del bene, conseguenza del peccato originale: Adamo ha scelto di poter essere come Dio, e pertanto conoscere il bene e il male. Ma per conoscere il bene occorre sperimentare il male, altra faccia della medaglia, per farlo cessare, per sconfiggerlo; dunque, Dio permette il male come strumento, via obbligata per acquisire consapevolezza e rifiuto dell’orrore e della follia che il male rappresenta. Il Male, dunque, come tappa del cammino verso il Bene, che si manifesta durante l’evoluzione dell’uomo nella storia. Così allora capisco che è l’uomo che crea il male e ne è il solo responsabile. Così come intendo bene che l’uomo stesso deve scegliere liberamente di identificare e conoscere il male, di rinnegarlo, rifiutandolo, come ha fatto Gesù nel deserto, rifiutando Satana e le sue subdole tentazioni. Perché questo succeda è importante, utile e necessario intraprendere un cammino di ricerca interiore, di conoscenza di sé, di auto realizzazione, per scoprire e decodificare il senso dell’umanità, della storia, dell’amore e dell’armonia universale. In questo senso l’uomo è responsabile del male, ma anche della sua sconfitta e del trionfo finale del bene. Niente succede per caso. Queste cose io le sapevo, erano in me, le ho praticate da sempre, ma forse senza una vera consapevolezza. L’illuminazione come la folgorazione di san Paolo è arrivata ascoltando la definizione di Male relativo, con funzione pedagogica. Grazie Charles Robin, grazie Muriel e Patrick per avermi dato l’occasione di ascoltarlo.
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