L’ombelico del sogno di Vittorio Linciardi
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L’ombelico del sogno di Vittorio Linciardi
Il sogno. Cos’è? Quale mistero si cela sotto il suo nome e la sua realtà? Un semplice fenomeno onirico o qualcosa di più? Tanto di più?
“Dei sogni sappiamo poco. Un ombelico – dice Freud- li unisce all’ignoto”.
Lo psicanalista Vittorio Linciardi scrive un interessante libro intitolato “L’ombelico del sogno” in cui fa un excursus storico scientifico sul sogno a cominciare dall’antichità fino ad arrivare ai nostri giorni.
Sigmund Freud fu il primo a segnare una frattura tra la concezione del sogno per l’antichità e quella alla luce della psicanalisi Per gli antichi il sogno era qualcosa di esterno al sognatore, una divinità, l’ombra di un defunto, una persona conosciuta. Interessante è che loro non dicevano “fare un sogno” ma “vedere un sogno”. Spesso il sogno aveva un valore profetico, già dalla Bibbia. E, in ogni caso, si riferiva al futuro.
Per Ippocrate il sogno era in grado di diagnosticare una malattia futura i cui sintomi ancora non erano presenti.
Per la psicanalisi il sogno ha origini interne alla persona che sogna ed ci offre la “via regia”per conoscere l’inconscio e ci riporta al passato, traducendo in immagini desideri o anche traumi infantili e non solo. Il sogno per la psicanalisi ha una forte valenza psicoterapeutica poiché ad una corretta lettura individualizzata in un set terapeutico, costituisce una via privilegiata per risolvere problemi di natura psicologica, quali ansia, depressione e vari sintomi funzionali.
Per le neuroscienze cambia l’approccio poiché il sonno e l’attività onirica vanno indagati e studiati attraverso metodi scientifici, quali la PET, l’EEG, la polisonnografia, strumenti che misurano il sonno e la fase produttiva dei sogni e hanno dimostrato come, durante il sonno, il nostro cervello lavora come se fossimo svegli e, durante la sua durata, vengono attivate le aree della memoria e dell’elaborazione delle immagini.
I neuroscienziati non sempre d’accordo con la psicanalisi, in qualche modo cercano di richiamare l’attenzione sull’interpretazione dei sogni da parte degli psicoterapeuti e di proporre a questi ultimi una nuova via collaborativa tra le due branche.
Di sicuro è che permane il mistero dell’intensa attività cui il nostro cervello è sottoposto durante la notte e rimangono sconosciuti ancora i meccanismi che producono il sogno, le cui funzioni sono ancora fonte di ampio dibattito tra gli studiosi.
Il quotidiano Il Corriere della sera, ha avviato un’interessante iniziativa nella quale Vittorio Linciardi e la filosofa Michela Marzano raccolgono in una rubrica dedicata, i sogni richiesti ai lettori, nel tentativo di comprendere quali siano i sogni degli italiani di oggi. La rubrica richiama il Social Dreaming di W. Gordon Laurence, un metodo che mira a trasformare il pensiero onirico attraverso l'associazione libera e la condivisione per individuare collegamenti, fare connessioni e liberare e generare nuovi pensieri. Questa è un’interessante e coinvolgente esperienza cui ho avuto modo di partecipare e che mi è piaciuta molto, condotta dallo psichiatra, scrittore e poeta, Giancarlo Stoccoro.
In conclusione, senza avventurarci negli impervi sentieri della psicanalisi, potrebbe essere utile per ognuno di noi seguire il consiglio degli psicologi di scrivere i propri sogni al mattino, prima che svaniscano e poi rifletterci su in cerca di messaggi segreti che il nostro inconscio ci manda per conoscerci meglio e comprendere il senso dei nostri comportamenti e delle relazioni con gli altri. Io lo faccio quando al mattino mi rendo conto che quel particolare sogno notturno ha avuto un impatto forte al risveglio e può essere importante per me
https://www.einaudi.it/catalogo-libri/psicologia/psicologia-psicologia/lombelico-del-sogno-vittorio-lingiardi-9788806254513/
“Dei sogni sappiamo poco. Un ombelico – dice Freud- li unisce all’ignoto”.
Lo psicanalista Vittorio Linciardi scrive un interessante libro intitolato “L’ombelico del sogno” in cui fa un excursus storico scientifico sul sogno a cominciare dall’antichità fino ad arrivare ai nostri giorni.
Sigmund Freud fu il primo a segnare una frattura tra la concezione del sogno per l’antichità e quella alla luce della psicanalisi Per gli antichi il sogno era qualcosa di esterno al sognatore, una divinità, l’ombra di un defunto, una persona conosciuta. Interessante è che loro non dicevano “fare un sogno” ma “vedere un sogno”. Spesso il sogno aveva un valore profetico, già dalla Bibbia. E, in ogni caso, si riferiva al futuro.
Per Ippocrate il sogno era in grado di diagnosticare una malattia futura i cui sintomi ancora non erano presenti.
Per la psicanalisi il sogno ha origini interne alla persona che sogna ed ci offre la “via regia”per conoscere l’inconscio e ci riporta al passato, traducendo in immagini desideri o anche traumi infantili e non solo. Il sogno per la psicanalisi ha una forte valenza psicoterapeutica poiché ad una corretta lettura individualizzata in un set terapeutico, costituisce una via privilegiata per risolvere problemi di natura psicologica, quali ansia, depressione e vari sintomi funzionali.
Per le neuroscienze cambia l’approccio poiché il sonno e l’attività onirica vanno indagati e studiati attraverso metodi scientifici, quali la PET, l’EEG, la polisonnografia, strumenti che misurano il sonno e la fase produttiva dei sogni e hanno dimostrato come, durante il sonno, il nostro cervello lavora come se fossimo svegli e, durante la sua durata, vengono attivate le aree della memoria e dell’elaborazione delle immagini.
I neuroscienziati non sempre d’accordo con la psicanalisi, in qualche modo cercano di richiamare l’attenzione sull’interpretazione dei sogni da parte degli psicoterapeuti e di proporre a questi ultimi una nuova via collaborativa tra le due branche.
Di sicuro è che permane il mistero dell’intensa attività cui il nostro cervello è sottoposto durante la notte e rimangono sconosciuti ancora i meccanismi che producono il sogno, le cui funzioni sono ancora fonte di ampio dibattito tra gli studiosi.
Il quotidiano Il Corriere della sera, ha avviato un’interessante iniziativa nella quale Vittorio Linciardi e la filosofa Michela Marzano raccolgono in una rubrica dedicata, i sogni richiesti ai lettori, nel tentativo di comprendere quali siano i sogni degli italiani di oggi. La rubrica richiama il Social Dreaming di W. Gordon Laurence, un metodo che mira a trasformare il pensiero onirico attraverso l'associazione libera e la condivisione per individuare collegamenti, fare connessioni e liberare e generare nuovi pensieri. Questa è un’interessante e coinvolgente esperienza cui ho avuto modo di partecipare e che mi è piaciuta molto, condotta dallo psichiatra, scrittore e poeta, Giancarlo Stoccoro.
In conclusione, senza avventurarci negli impervi sentieri della psicanalisi, potrebbe essere utile per ognuno di noi seguire il consiglio degli psicologi di scrivere i propri sogni al mattino, prima che svaniscano e poi rifletterci su in cerca di messaggi segreti che il nostro inconscio ci manda per conoscerci meglio e comprendere il senso dei nostri comportamenti e delle relazioni con gli altri. Io lo faccio quando al mattino mi rendo conto che quel particolare sogno notturno ha avuto un impatto forte al risveglio e può essere importante per me
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Dernière édition par idaM le Jeu 1 Juin - 22:46, édité 5 fois
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Re: L’ombelico del sogno di Vittorio Linciardi
IdaM a écrit:Il sogno. Cos’è?
So che la visione di Freud sui sogni è quello di portare all'appagamento di un desiderio represso dall'individuo.
Quella di Jung è molto diverso. ha studiato più di 80.000 sogni. Nei sogni compaiono simboli di cui il sognatore può non essere consapevole e che sono estranei alla sua storia. Appartengono all'inconscio collettivo. Nei sogni si possono trovare simboli universali chiamati archetipi. Sono energetici e assumono forme diverse a seconda della cultura. Dio, ad esempio, ha molte espressioni diverse: Allah, Gesù, la Trinità, Buddha, Mohamet, ecc. Le persone hanno bisogno di archetipi e miti ricchi di significato. Opere come "Harry Potter, Star Wars e L'alchimista" ne sono un esempio. La connessione con il mondo attraverso la nostra immaginazione è molto importante, ed è per questo che i miti sono così importanti.
Personalmente, sono più vicino a Jung perché è più idealista. Penso anche che i nostri sogni ci diano molte informazioni su di noi e sarebbe una buona idea prenderne nota.
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